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Recensione de La montagna incantata di Thomas Mann

Recensione a cura di Andrea Caccese

Titolo: La montagna incantata
Autore: Thomas Mann
Anno di pubblicazione: 1924

 

Introduzione

 

"La montagna incantata" è frutto di una gestazione relativamente lunga, in cui Thomas Mann (vedi Aforismi di Thomas Mann) ha cambiato approccio stilistico diverse volte. Inoltre l'autore si è trovato a dover interrompere il processo di scrittura a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, che ha a sua volta largamente influenzato l'evoluzione delle tematiche trattate.

Mann ha creato un’opera che si basa su uno stile descrittivo molto realista, ma che allo stesso tempo è ricca di richiami simbolici e allegorie non sempre di facile comprensione; cosa che ha portato a molte controversie nell'ambito delle analisi critiche di questo lavoro.

 

Trama e filosofia dell'autore

 

"La montagna incantata" narra la vicenda del giovane Hans Castorp, un ragazzo di Amburgo che decide di andare a visitare suo cugino, Joachim, affetto da tubercolosi, in cura presso un sanatorio situato a Davos, tra le suggestive alpi svizzere. La permanenza sulle montagne però, diventa molto più lunga di quanto previsto per Hans, costretto ad allungare il suo soggiorno in seguito ad una serie di imprevisti, particolarmente una condizione di salute cagionevole che mostra i primi sintomi della tubercolosi. Costretto a rimanere nel sanatorio sulle montagne, Hans diventa familiare con il "microcosmo" dell'istituzione, interagendo con una serie di personaggi che rappresentano la situazione sociale e politica del' Europa pre-guerra, caratterizzata dal crollo e dalla decadenza della società di fine ottocento, troppo lontana dalla rivoluzione dell'illuminismo ma a sua volta non ancora abbastanza vicina a un nuovo corso in ambito ideologico e culturale, quindi stagnante nei propri valori. Hans viene esposto a una serie di scuole di pensiero e filosofie di vita che vengono suggerite attraverso i personaggi con cui egli interagisce nel romanzo, tra cui anche l'Italiano Lodovico Settembrini, un umanista modellato sulla figura di Giosuè Carducci.

 

Citazioni a cura di Daniele

 

 

Dopo sette anni passati tra le montagne svizzere, Hans decide in fine di arruolarsi in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale. Il libro si conclude con lo stesso stile ambiguo con cui l'autore esprime i propri pensieri durante il corso dell'intera opera, evitando di descrivere esattamente cosa succederà al personaggio, ma lasciando intendere che potrebbe, con tutta probabilità morire sul campo di battaglia.

La complessità di questo libro sta proprio nella sua natura elusiva, che secondo l'autore riflette in pieno la confusione ideologica e intellettuale propria del contesto sociale dell'epoca. Questa situazione si riflette non solo nei personaggi, che continuano a proporre e simboleggiare ideali contrastanti, ma anche dalla misticità dell’ambiente delle montagne, in contrasto con “le pianure” sottostanti, che per il protagonista rimangono il simbolo dei valori che ha lasciato dietro di sé.

 

Galleria immagini:

Copertina de La montagna incantata

Copertina de La montagna incantata

Foto di Thomas Mann

 

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