Aforismi e citazioni di Victor Hugo
Aforismi e citazioni di Victor Hugo
Niente eguaglia la timidezza dell’ignoranza se non la sua temerità.
I selvaggi hanno dei vizi. È per mezzo di questi che li conquista più tardi la civiltà.
Quasi tutto il segreto delle anime grandi si racchiude in questa parola: perseverando.
Non v’è un posto definito dove appoggiare lo spirito.
Se vuoi che un uomo si corregga, devi cominciare da sua nonna.
La cosa che in questo mondo può essere più orrida è la gioia.
Per quanto la vita sia breve, noi la rendiamo ancora più breve sprecando allegramente il nostro tempo.
Un ipocrita è un paziente nella doppia accezione del termine. Calcola un trionfo e sopporta un supplizio.
Il matrimonio è un innesto: o attecchisce o no.
Non c’è nulla di più funebre dell’arlecchino in cenci.
L’orrore della legge fa la maestà del giudice.
Il destino, quando apre una porta, ne chiude un’altra. Dati certi passi avanti, non è possibile tornare indietro.
L’invidia è una buona stoffa per confezionare una spia.
La solitudine unendosi alle anime semplici, le complica.
Il coraggio non teme il delitto e l’onestà non teme l’autorità.
La croce è folle; da ciò la sua gloria.
Il giovane ricco ha cento distrazioni brillanti e grossolane, corse di cavalli, caccia, tabacco, gioco, buoni pranzi e tutto il resto; occupazioni della parte bassa dell’anima a danno della parte alta e delicata. Il giovane povero stenta a procacciarsi il pane ; mangia, e quando ha mangiato non ha più che la meditazione.
Ride il bimbo quando ammazza.
Per la donna il momento in cui non può più contare gli anni a primavere, ma comincia a contarli a inverni, è irritante. È come un sordo rancore contro gli anni che non si possono togliere.
Non lasciar discutere la propria coscienza, né disarmare la propria volontà: è così che si ottiene la sofferenza, è così che si ottiene il trionfo.
Non imitate nulla né nessuno. Un leone che imita un leone sembra una scimmia.
L’ostilità è aperta ovunque vi sia una bella donna.
Regola: Non estirpate i vizi, se volete avere delle belle dame. Altrimenti somiglierete a quegli imbecilli che distruggono i bruchi pur andando pazzi per le farfalle.
La spia va a caccia per conto d’altri, come il cane; l’invidioso va a caccia per conto proprio, come il gatto.
La vita è una brutta istituzione di non so chi. Non dura nulla e non vale nulla. Ci si rompe il collo a vivere.
Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi.
Il caso è una zuppa fatta dai furbi, ma soltanto gli sciocchi la mangiano.
Morire non è nulla; non vivere è spaventoso.
Umanità significa identità: tutti gli uomini sono fatti della stessa argilla; nessuna differenza, almeno quaggiù, nella predestinazione; la medesima ombra prima, la medesima carne durante, la medesima cenere dopo. Ma l’ignoranza mescolata all’impasto umano lo rende nero incurabile penetrando nell’interno dell’uomo vi diventa il male.
Siete voi il mio demonio o il mio angelo? Non lo so, ma io sono vostra schiava!
Quando l’ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola. Quella bussola è l’intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato.
La solitudine crea persone d’ingegno o idioti.
L’unico pericolo sociale è l’ignoranza.
Amare è essere due in uno: un uomo e una donna fusi come angeli in cielo.
L’anima è piena di stelle cadenti.
Dire quella parola e poi morire: cosa v’è di più grande? Poiché voler morire è morire e non fu colpa di quell’uomo se, mitragliato, sopravvisse.
Alla gente non manca la forza, ma la volontà.
Il bambino ha il dono di accettare molto rapidamente la scomparsa di una sensazione. Gli sono risparmiati quei contorni remoti e sfuggenti che costituiscono la vastità del dolore.
Amici miei, tenete a mente questo: non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori.
L’inaccessibile aggiunto all’impenetrabile, l’impenetrabile aggiunto all’inspiegabile; ecco che cos’è il cielo.
Lo scontro delle giovani menti fra loro, ha questo di ammirevole, che mai si può prevedere la scintilla né indovinare lo sprazzo di luce!
La religione non è altro che l’ombra gettata dall’universo sull’intelligenza umana.
La commiserazione ha e deve avere la sua curiosità.
Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione.
Nessuno sa mantenere un segreto meglio di un bambino.
La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna.
Chi non dice nulla fa fronte a tutto. Una parola che vi sfugga, presa nell’ingranaggio sconosciuto, può trascinarvi interamente sotto non si sa quali ruote.
Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino.
Chi è selvaggio non è severo.
Il vero pilota è il marinaio che naviga sul fondo più che alla superficie.
È dell’inferno dei poveri che è fatto il paradiso dei ricchi.
Dio è l’invisibile evidente.
Era una di quelle teste mal conformate, in cui l’intelligenza si trova a suo agio suppergiù come la fiamma sotto lo spegnitoio.
I mediocri si lasciano sconsigliare dall’ostacolo specioso; i forti no. Morire è la loro alea, conquistare è la loro certezza.
Ecco il mio motto: progresso costante. Se Dio avesse voluto che l’uomo indietreggiasse, gli avrebbe messo un occhio dietro la testa. Noi guardiamo sempre dalla parte dell’aurora, del bocciolo, della nascita.
Che un uomo, sia pure dotato della più gran fermezza ed energia, cada in deliquio ad un’improvvisa percossa della fortuna, non deve meravigliare. Si uccide un uomo con l’imprevisto come un bue con la mazza.
Nell’ambito dei fatti morali, il cadere non esclude il librarsi. Dalla caduta sorge l’ascesa.
Inferno cristiano: fuoco. Inferno pagano: fuoco. Inferno maomettano: fuoco. Inferno indù: fiamme. A credere alle religioni, Dio è un rosticciere.
Il commettere delitti non toglie che si abbiano dei vizi.
I giudici, in generale, si regolano in modo che il loro giorno di udienza coincida con il loro giorno di malumore, allo scopo d’aver sempre qualcuno su cui sfogarsene comodamente, in nome del re, della legge e della giustizia.
L’indigestione è voluta da Dio per migliorare la moralità dello stomaco.
Un io feroce: ecco l’invidioso.
Il sorriso è il sole che scaccia l’inverno dal volto umano.
La meditazione umana non ha limiti. A suo rischio e pericolo, analizza e misura il suo proprio abbigliamento. Si potrebbe quasi dire che per una specie di reazione splendida, essa abbagli la natura; il mondo misterioso che ne circonda rende ciò che riceve; è probabile che i contemplatori siano contemplati.
La pigrizia è madre. Ha un figlio, il furto, e una figlia, la fame.
Si può resistere all’invasione degli eserciti, ma non a quella delle idee.
Fatto che si abbia il male, bisogna farlo tutto quanto. È da pazzi sperare di fermarsi ad un punto qualunque del mostruoso! Il delitto spinto agli estremi ha deliri di gioia.
La perseveranza è, rispetto al coraggio, ciò che è la ruota rispetto alla leva; il perpetuo rinnovarsi del punto di appoggio.
Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione.
Se si considerano a fondo le cose, l’infermità e la bruttezza accettate con altera indifferenza, anziché contraddire la grandezza, l’affermano e la provano.
La giovinezza è la stagione delle pronte suture e delle cicatrici rapide; a quell’età le facce parlano apertamente e la parola è inutile: ci sono giovani di cui si potrebbe dire che la loro fisionomia discorre.
Tutti i vizi presuppongono tutti i delitti. Chi non confessa niente confessa tutto. Chi tace alle domande del giudice è di fatto mentitore e parricida.
É una cosa ben schifosa, il successo. La sua falsa somiglianza con il merito inganna gli uomini.
I veri grandi scrittori sono quelli il cui pensiero occupa tutti gli angoli e le pieghe del loro stile.
Se Cristoforo Colombo fosse stato buon cosmografo, non avrebbe scoperto l’America. Se Galvani fosse stato un perfetto scienziato e avesse saputo che cos’è il ’movimento di ritornò, senza dubbio il sussulto della rana morta non avrebbe risvegliato la sua curiosità, non sarebbero state inventate quelle leggi meravigliose alle quali si è dato il nome di ’galvanismò; il secondo uomo che salì sul Monte Bianco fu uno scienziato, Saussure, il primo fu un pastore, Balma. Tali casi, diciamolo sorvolando, sono eccezioni che non menomano affatto la scienza, la quale resta la regola. L’ignorante può trovare; lo scienziato solo inventa.
Chi è soddisfatto è inesorabile. Per il satollo, l’affamato non esiste. Le persone felici ignorano e s’isolano. Alla soglia del loro paradiso, come alla soglia del loro inferno, bisogna scrivere: "Lasciate ogni speranza".
La vita è il fiore per il quale l’amore è il miele.
Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori.
La più grande gioia della vita è la convinzione di essere amati.
Dio aveva fatto soltanto l’acqua, ma l’uomo ha fatto il vino!
Fino a quando esisterà, per colpa delle leggi e dei costumi, una condanna sociale che, in piena civiltà, crea artificialmente degli inferni e complica con una fatalità umana il fato ch’è divino; fino a quando non saranno risolti i tre problemi del secolo: la degradazione dell’uomo per colpa dell’estrema povertà, la corruzione della donna per colpa della fame, l’atrofia del fanciullo per colpa delle tenebre; fino a quando, in certi ambienti, sarà possibile l’asfissia sociale; in altre parole, e secondo un punto di vista ancor più esteso, fino a quando vi saranno sulla terra ignoranza e miseria, i libri come questo non potranno non essere inutili.
Le città al pari delle foreste, hanno antri in cui si nasconde tutto ciò che esse hanno di più cattivo e di più terribile.
La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l’antro delle idee di cui si ha vergogna; è il pandemonio dei sofismi, è il campo di battaglia delle passioni. Penetrate, in certe ore, attraverso la faccia livida d’un uomo che sta riflettendo, guardate in quell’anima, in quell’oscurità; sotto il silenzio esteriore, vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante. Oh, qual abisso è mai quest’infinito che ogni uomo porta in sé e col quale confronta disperatamente la volontà del cervello e gli atti della vita!
Alla zampa di ogni uccello che vola è legato il filo dell’infinito.
C’è una cosa più forte di tutti gli eserciti del mondo, e questa è un’idea il cui momento è ormai giunto.
L’indietreggiare nel senso inverso dei nostri vizi, ci conduce ai vizî opposti.
Lo star troppo sulla difensiva indica sempre un segreto desiderio d’attacco.
La spaventosa livellatrice dell’infimo, la vergogna, era passata su quelle fronti; giunti a quel grado d’abbassamento, tutti subivano le ultime trasformazioni nelle ultime profondità; e l’ignoranza, mutata in ebetismo, era identica all’intelligenza mutata in disperazione. Non v’era possibilità di scelta tra quegli uomini che apparivano allo sguardo come l’elite del fango.
La collera può essere pazza e assurda e si può essere irritati a torto; ma si è indignati solo quando, in fondo, si ha ragione per qualche aspetto.
L’odio per l’odio esiste. L’arte per l’arte è nella natura, più che non si creda. Si odia. Bisogna pur far qualche cosa.
Se fosse dato ai nostri occhi terreni di vedere nella coscienza altrui, si giudicherebbe molto più sicuramente un uomo da quel che sogna, che da quel che pensa.
Certi pensieri sono delle preghiere. Ci sono momenti in cui, qualunque sia l’atteggiamento del corpo, l’anima è in ginocchio.
L’amore vuol sentirsi dire le cose che sa già.
Cos´è un tuo bacio? Un lambire di fiamma.
Amare è la metà di credere.
La popolarità? Spiccioli della gloria.
L’anima aiuta il corpo e in certi momenti lo solleva. È l’unico uccello che sostenga la sua gabbia.
L’amore vero si dispera o va in estasi per un guanto perduto o per un fazzoletto trovato, e ha bisogno dell’eternità per la sua devozione e le sue speranze. Si compone insieme dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo.
L’alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero.
Un uomo si giudicherebbe con ben maggiore sicurezza da quel che sogna che da quel che pensa.
Non è una cosa facile divenire un gentiluomo perfetto.
C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l’interno di un’anima.
Le nostre chimere sono quelle che ci assomigliano di più.
Se volete rendervi conto di quello che è la rivoluzione, chiamatela Progresso; ma se volete rendervi conto di quello che significa progresso, chiamatelo Domani; ora, il Domani compie irresistibilmente l’opera sua, e la comincia oggi, arrivando sempre al suo scopo, nei modi più strani.
Sapere, a volte sconcerta e spesso sconsiglia.
Il pensatore vuole, il sognatore subisce.
È permesso guardare la sventura a tradimento per soccorrerla.
La felicità è un vecchio fondale dipinto da una sola parte.
È molto facile essere buoni, difficile è essere giusti.
Gli impieghi di corte sono come le macchie d’olio: tendono sempre ad allargarsi. È così che il portiere è diventato cancelliere e il palafreniere è diventato contabile.
Quando l’ombra cresce è la fine della giornata. Quando il dubbio aumenta è il tramonto della religione.
Chiacchiere da mensa e discorsi d’amore sono inafferrabili; i discorsi d’amore sono nubi, le chiacchiere da mensa sono fumi.
La suprema felicità della vita è sapere di essere amati per quelli che si è, e più precisamente, di essere amati nonostante quello che si è.
Lo spirito, come la natura, ha l’orrore del vuoto. Nel vuoto, la natura mette l’amore; lo spirito, spesso, vi mette l’odio. L’odio prende spazio.
La natura unisce qualche volta alle nostre azioni effetti e spettacoli con una specie di prefazione cupa e intelligente, come se volesse farci riflettere.
Far il poema della coscienza umana, foss’anco d’un sol uomo, del più infimo fra gli uomini, sarebbe come fondere tutte le epopee in un’epopea superiore e definitiva.
C’è gente che pagherebbe per vendersi.
L’Atlantico rode le nostre scogliere. La pressione della corrente del polo deforma la nostra costa occidentale. La muraglia che noi abbiamo sul mare è minata; l’acqua travolge nugoli di sassi; i nostri porti si riempiono di sabbia e di pietre; le foci dei nostri fiumi s’ingorgano. Ogni giorno un lembo di terra normanna si stacca e sparisce nei flutti.
Il buonsenso esiste a dispetto, e non a causa, dell’istruzione.
Sono i libri che un uomo legge, quelli che lo accusano maggiormente.
La donna nuda è una donna armata.
I pertinaci sono i sublimi. Chi è soltanto audace non ha che un impulso; chi è soltanto valoroso non ha che un temperamento; chi è soltanto coraggioso non ha che una virtù; l’ostinato nel vero ha la grandezza.
I tempi primitivi sono lirici, i tempi antichi sono epici, i tempi moderni sono drammatici.
La borghesia è semplicemente quella parte di popolo che è contenta.
Dio si è fatto uomo. Il diavolo si è fatto donna.
La vita è una massa che non si muove senza schiacciare qualcuno.
Le azioni riprovevoli hanno luoghi riservati. Come le acquaviti troppo forti, non si bevono d’un sol tratto. Si posa il bicchiere, poi si vedrà, la prima goccia già fa riflettere.
L’amore è come un albero: spunta da sé, getta profondamente le radici in tutto il nostro essere, e continua a verdeggiare anche sopra un cuore in rovina.
La libertà comincia dall’ironia.
Parimente, quando ha esaurito tutte le miserie, le privazioni, le tempeste, i ruggiti, le catastrofi, le agonie, contro un uomo rimasto ancora in piedi, la Fatalità sorride, e l’uomo, divenuto ebbro all’improvviso, barcolla.
Una fede: ecco quello che è necessario all’uomo.
Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.
Un complimento è come un bacio dato attraverso un velo.
Waterloo è una battaglia di primo ordine, vinta da un capitano di secondo.
Tutta la storia non è che una lunga ripetizione: un secolo plagia l’altro.
I geni, nelle inaudite profondità dell’assurdo e della storia pura, situati per così dire al di sopra dei dogmi propongono le loro idee a Dio. La loro preghiera offre audacemente la discussione. La loro adorazione interroga. Questa è la religione diretta, piena d’ansietà e di responsabilità per chi ne tenta l’erta.
Le disillusioni si allentano come l’arco, con una forza sinistra, e scoccano l’uomo, questa freccia, verso il vero.
Il destino del saggio ne tiene, vita natural durante, la filosofia in stato d’assedio.
Se Dio non avesse fatto la donna, non avrebbe fatto neppure il fiore.
Quando straripiamo sul male più che non appoggiamo sul bene, quella parte di noi che è sospesa sulla colpa finisce col vincere e precipita.
A Corte, chi dice fiducia dice intrigo, e chi dice intrigo dice avanzamento.
La disperazione è un contabile. Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge. Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi. Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo. Vuole sapere come regolarsi con il destino. Ragiona, pesa e calcola.
Qualche volta ho avuto contemporaneamente nelle mie mani la mano guantata e bianca che sta in alto e la grossa mano nera che è in basso, e vi ho sempre riconosciuto soltanto un uomo. Dopo che tutto questo mi è passato davanti io dico che l’umanità ha un sinonimo: eguaglianza; e che sotto il cielo vi è una cosa soltanto davanti alla quale dobbiamo inchinarci: il genio; ed una soltanto davanti alla quale dobbiamo inginocchiarci: la bontà.
Il silenzio davanti alla giustizia è una specie di ribellione. Lesa giustizia è lesa maestà.
Un guercio è molto più incompleto di un cieco. Sa cosa gli manca.
Un uomo duramente provato non si volta mai indietro a guardare; sa che la cattiva sorte lo segue sempre, passo passo.
l diplomatici tradiscono tutto, tranne le proprie emozioni.
Tutto sta nell’andare alla meta, sia essa sulla terra, sia essa nel cielo: nel primo caso si è Colombo, nel secondo Gesù.
Il Settecento è Voltaire.
L’ignoranza è una fantasticheria e la fantasticheria curiosa è una forza.
Gli esseri i più feroci, sono disarmati quando s’accarezzano i loro figli.
Il disdegno delle obiezioni ragionevoli genera quella sublime vittoria sconfitta che si chiama il martirio.
La malinconia è la felicità di essere triste.
I professori, detestabili come sono, fanno, non solo a loro insaputa, ma anche assolutamente loro malgrado, eccellenti discepoli.
Un punto microscopico brilla, poi un altro, poi un altro: è l’impercettibile, è l’enorme. Questo lumicino è un focolare, una stella, un sole, un universo; ma questo universo è niente. Ogni numero è zero di fronte all’infinito. L’inaccessibile unito all’impenetrabile, l’impenetrabile unito all’inespicabile, l’inespicabile unito all’incommensurabile: questo è il cielo.
un autore a caso