Aforismi e citazioni di Raoul Follereau
Aforismi e citazioni di Raoul Follereau
La sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia: i lebbrosi.
Un giorno in Asia vidi morire una lebbrosa di ventidue anni. La vidi, impotente, svincolarsi a piccoli sussulti da questa atroce vita. Appena morta, fui preso dallo strano capriccio di pesarla. Caricai sulle braccia quell’esile pugno di ossa, ancora tiepide, e lo portai sulla bilancia. La lebbrosa di ventidue anni pesava venti chili. Ora sapete di cosa è morta. . . Poiché mi mostravo inorridito, mi dissero: "È cosa che capita da che mondo è mondo. Non lo potete cambiare, è impossibile". Impossibile? La sola cosa impossibile è che voi, che io, possiamo ancora dormire e ridere sapendo che ci sono sulla terra donne di ventidue anni che muoiono perché pesano venti chili. "
Non avevo a mia disposizione che un solo mezzo: la mia parola.
Nel secolo XX del Cristianesimo ho trovato lebbrosi in prigione, in manicomio, rinchiusi in cimiteri dissacrati, internati nel deserto con filo spinato attorno, riflettori e mitragliatrici. Ho visto le loro piaghe brulicare di mosche, i loro tuguri infetti, i guardiani col fucile. Ho visto un mondo inimmaginabile di orrori, di dolore, di disperazione.
Se non ci amiamo, ci distruggiamo.
Un sociologo americano mi ha detto: "Se si dovesse nutrire un topo con ciò che mangia un uomo del bengala, il topo morrebbe di fame".
un autore a caso