Aforismi e citazioni di Michail Bakunin
Aforismi e citazioni di Michail Bakunin
Dio appare, l’uomo si annienta; e più la Divinità si fa grande, più l’umanità diventa miserabile.
È ricercando l’impossibile che l’uomo ha sempre realizzato il possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo.
Lo Stato è la più flagrante, la più cinica, la più completa negazione dell’umanità. Esso frantuma la solidarietà universale di tutti gli uomini sulla terra e li spinge all’associazione al solo scopo di distruggere, conquistare e rendere schiavi tutti gli altri. Protegge solo i suoi cittadini e solo entro i suoi confini riconosce diritti, umanità e civiltà.
Facilitare la nascita della rivoluzione diffondendo tra le masse idee che siano in corrispondenza coi loro istinti, senza creare nessun esercito rivoluzionario, poiché l’esercito deve sempre essere popolare, ma piuttosto qualcosa come un quartier generale, composto da amici del popolo, capaci da far da intermediari tra l’idea rivoluzionaria e l’istinto delle masse.
L’unico compito della scienza è quello di illuminare la strada.
L’uomo privilegiato politicamente o economicamente è un uomo intellettualmente e moralmente corrotto. È questa una legge sociale che non ammette eccezioni.
La passione per la distruzione è anche una passione creativa.
Io sono un uomo libero solo in quanto riconosco l’umanità e la libertà di tutti gli uomini che mi circondano. Rispettando la loro umanità, rispetto la mia.
Si deve organizzare una società tale che, rendendo impossibile lo sfruttamento dell’altrui lavoro, metta ogni individuo in condizione di godere della ricchezza sociale, che in realtà è prodotta solo dal lavoro collettivo, ma di godere di essa solo in quanto anche egli o ella contribuisce alla creazione di questa ricchezza sociale.
Vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un suo simile? Allora, assicurati che nessuno possa possedere il potere.
La più fatale delle combinazioni che può essere creata, sarebbe unire socialismo e assolutismo; unire le aspirazioni del popolo al benessere materiale, con la dittatura o la concentrazione di tutto il potere politico e sociale nelle mani dello Stato.
La necessità di distruggere l’influenza d’ogni dispotismo in Europa, mediante l’applicazione del diritto d’ogni popolo, grande o piccolo, debole o potente, civile o non civile, di disporre di se stesso e di organizzare spontaneamente, dal basso in alto, attraverso la via di una completa libertà, al di fuori d’ogni influenza e d’ogni pretesa politica o diplomatica, indipendentemente da ogni forma di stato, imposta dall’alto in basso, da un’autorità qualunque, sia collettiva, sia individuale, sia indigena, sia straniera, e non accettando per basi e per leggi che i principi della democrazia socialista, della giustizia e solidarietà internazionali.
Ogni organizzazione politica o sociale è fondata sulla negazione o almeno su una restrizione del principio assoluto della libertà e deve quindi necessariamente giungere all’iniquità o al disordine.
È indispensabile che la gente sia ispirata ad ideali universali, che essi abbiamo una generale idea dei loro diritti e un profonda, appassionata fede nella validità di questi diritti. Quando quest’idea e questa fede popolare si uniscono alla miseria che porta alla disperazione, allora la Rivoluzione Sociale è vicina ed inevitabile e nessuna forza al mondo può fermarla.
Si deve organizzare la società in maniera tale per cui ogni individuo, uomo o donna, possa trovare, nell’arco della sua vita, uguali mezzi per sviluppare le sue diverse facoltà.
Nessun uomo può emanciparsi altrimenti che emancipando con lui tutti gli uomini che lo circondano.
La rivoluzione sorgerà attraverso la spontanea organizzazione del lavoro e della proprietà comune da parte di associazioni di produttori e dall’altrettanto spontanea formazione delle comunità, non dalla suprema azione dello Stato.
Il lavoratore vende se stesso e la sua libertà per un tempo definito al capitalista in cambio di uno stipendio.
Noi dobbiamo cercare la piena giustizia economica e sociale solo attraverso la libertà.
La libertà senza socialismo è privilegio, ingiustizia; il socialismo senza libertà è schiavitù, barbarie.
Chi dice stato o diritto politico, dice forza, autorità, predominio: ciò presuppone l’ineguaglianza di fatto.
La rivoluzione è sempre per tre quarti fantasia e per un quarto realtà.
Se Dio è, l’uomo è schiavo.
Tutto il mondo ha capito che la libertà è solo una menzogna quando la grande maggioranza della popolazione è condannata a un’esistenza di miseria e, priva d’istruzione e d’agi e di pane, è destinata a fare da serva ai potenti e ai ricchi
Per l’uomo, essere libero significa essere riconosciuto e trattato come tale da un altro uomo, da tutti gli uomini che lo circondano
Un socialismo che non accetta la libertà come suo unico principio creativo sarà inevitabilmente versato alla schiavitù e alla brutalità.
I cattivi finiscono in un modo infelice, i buoni in modo sfortunato: questo è quel che significa la tragedia.
Marx è un comunista autoritario e centralista. Egli vuole ciò che noi vogliamo: il trionfo completo dell’eguaglianza economica e sociale, però, nello stato e attraverso la potenza dello Stato, attraverso la dittatura di un governo molto forte e per così dire dispotico, cioè attraverso la negazione della libertà.
Uguaglianza senza libertà è il dispotismo dello Stato.
L’idealismo è il despota del pensiero, come la politica lo è del diritto.
Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l’amore e caldo come l’inferno.
un autore a caso