Aforismi e citazioni di Giulio Andreotti
Aforismi e citazioni di Giulio Andreotti
L’umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.
I miei amici che facevano sport sono morti da tempo.
Un punto fermo è quello della non opportuna modificabilità della costituzione.
A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto.
A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina
Se fossi nato in un campo profughi del Libano, forse sarei diventato anch’io un terrorista.
Da studente, la lettura dei classici, che di solito si subisce come una tortura, a me piacque molto. È nata forse lì una mia simpatia per Cicerone, che mi portò fino a presiedere un istituto di studi sul grande Arpinate.
Essendo noi uomini medi, le vie di mezzo sono, per noi, le più congeniali.
Amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due.
In Italia vi è un’onda di corsi e ricorsi che fa passare l’opinione pubblica media, e talvolta anche quella di cospicue personalità politiche, da una autarchia avvilente e incostruttiva a una vera e propria soggiacenza alle altrui esperienze e fenomenologie.
Austerità: costume di parsimonia nel comportamento e nell’utilizzo dei beni; tanto più meritevole se non imposta e strettamente necessaria.
La cattiveria dei buoni è pericolosissima.
Credo fermamente ai ricorsi storici ed in qualche modo alla immutabilità della subcoscienza collettiva delle città e delle popolazioni.
Ho visto nascere la Prima Repubblica, e forse anche la Seconda. Mi auguro di vedere la Terza.
Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia.
Meglio tirare a campare che tirare le cuoia.
Vi è un genere pericoloso di numismatici: i collezionisti di moneta corrente.
Quando scrivo un libro non mi estraneo dal mio impegno politico anche se cerco di immedesimarmi a fondo nelle situazioni studiate e descritte, attualizzandole e prendendole in un certo senso a prestito.
Dire no alla repubblica presidenziale in Italia non significa esprimere un giudizio svalutativo sul modo di reggersi degli Stati Uniti d’America o di altri paesi.
Ci sono pazzi che credono di essere Napoleone e pazzi che credono di poter risanare le ferrovie dello Stato.
Preferisco andare ai battesimi piuttosto che ai funerali.
Aveva spiccatissimo il senso della famiglia. Era infatti bigamo ed oltre.
In politica i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti.
I Verdi sono come i cocomeri: verdi fuori ma rossi dentro.
Non bisogna mai lasciare tracce.
Clericalismo: la confusione abituale tra quel che è di Cesare e quel che è di Dio.
Nella sua semplicità popolare il cittadino non sofisticato, passando dinanzi al parlamento o ai ministeri, è talora indotto a porre il dubbio se sia proprio lì che si governi l’Italia.
Tra gli autori di ieri, a Fogazzaro va la mia convinta simpatia. Ma resta per me insuperata l’attrattiva verso la stupenda costruzione logica delle pagine di Biagio Pascal.
La stabilità è l’obiettivo naturale per ogni espressione di potere politico ed è una finalità indispensabile per una nazione che ha conosciuto cinquanta anni fa le conseguenze nefaste di un periodo di estrema debolezza governativa, crisaiola e poco concludente.
Il potere logora chi non ce l’ha.
un autore a caso