Aforismi e citazioni di Giacomo Leopardi
Aforismi e citazioni di Giacomo Leopardi
L’esistenza può essere maggiore senza che lo sia la vita.
Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che lo stile sia padrone delle cose.
L’unico modo per non far conoscere agli altri i propri limiti, è di non oltrepassarli mai.
L’insegnare non è quasi altro che assuefazione.
Tutti gli uomini per necessità nascono e vivono infelici.
Se la miglior compagnia è quella dalla quale noi partiamo più soddisfatti di noi medesimi, segue ch’ella è appresso a poco quella che noi lasciamo più annoiata.
La noia non è altro che il desiderio puro della felicità non soddisfatto dal piacere, e non offeso apertamente dal dispiacere.
Io non ho bisogno di stima, né di gloria, né di altre cose simili; ma ho bisogno d’amore.
È vero, come predica Cicerone, che la virtù è il fondamento dell’amicizia, nè può essere amicizia senza virtù; perchè la virtù non è altro che il contrario dell’egoismo, principale ostacolo all’amicizia.
Dicono che la felicità dell’uomo non può consistere fuorchè nella verità. Così parrebbe, perchè qual felicità in una cosa che sia falsa? E come, se il mondo è diretto alla felicità, il vero non deve render felice? Eppure io dico che la felicità consiste nell’ignoranza del vero.
L’egoismo è sempre stata la peste della società e quando è stato maggiore, tanto peggiore è stata la condizione della società.
Nei guai non ci vuol pianto ma consiglio.
Vivi felice, se felice in terra visse nato mortal.
Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo, come chi ha il coraggio di morire.
La stima è come un fiore, che pestato una volta gravemente o appassito, mai più non ritorna.
Amore, amor, di nostra vita ultimo inganno.
L’impressione di piacere può rimanere tale fino a quando non si è certi di piacere soprattutto a sé stessi.
Il desiderio che ha l’uomo di amare è infinito non peraltro se non perché l’uomo si ama, di un amore senza limiti.
Il tale diceva che noi, venendo in questa vita, siamo come chi si corica in un letto duro e incomodo, che sentendovisi stare male, non vi può star quieto, e però si rivolge cento volte da ogni parte, e procura in vari modi di appianare, ammollire, ecc. il letto, cercando pur sempre e sperando di avervi a riposare e prendere sonno, finché senz’aver dormito né riposato vien l’ora di alzarsi.
Senza le illusioni non ci sarà quasi mai grandezza di pensieri, nè forza, impeto e ardore d’animo, nè grandi azioni che per lo più son pazzie.
Gli uomini si vergognano non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono.
Tutto è amor proprio nell’uomo e in qualunque vivente. Amabile non pare e non è se non quegli che lusinga o giova l’amor proprio altrui.
L’uomo è infelice perchè incontentabile.
La felicità o infelicità non si misura dall’esterno ma dall’interno.
I fanciulli trovano il tutto anche nel niente, gli uomini il niente nel tutto.
É curioso vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono state prese per indizio di poco merito.
Il genere umano non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina.
Il piacere è sempre o passato o futuro, e non è mai presente.
Bella ed amabile illusione è quella per la quale i dì anniversari di un avvenimento, che per verità non ha a fare con essi più che con qualunque altro dì dell’anno, paiono avere con quello un’attinenza particolare, e che quasi un’ombra del passato risorga e ritorni sempre in quei giorni, e ci sia davanti: onde è medicato in parte il tristo pensiero dell’annullamento di ciò che fu, e sollevato il dolore di molte perdite, parendo che quelle ricorrenze facciano che ciò che è passato, e che più non torna, non sia spento né perduto del tutto.
Tutto è follia in questo mondo, fuorché il folleggiare. Tutto è degno di riso, fuorché il ridersi di tutto. Tutto è vanità fuorché le belle illusioni e le dilettevoli frivolezze.
Non si vive al mondo che di prepotenza.
Certo, l’ultima causa dell’essere non è la felicità, perocchè niuna cosa è felice.
L’irresoluzione è peggio della disperazione.
Chi comunica dopo cogli uomini, rade volte è misantropo. Veri misantropi non si trovano nella solitudine, ma nel mondo: perché l’uso pratico della vita, e non già la filosofia, è quello che fa odiare gli uomini. E se uno che sia tale, si ritira dalla società, perde nel ritiro la misantropia.
Tornami in mente il dì che la battaglia d’amor sentii la prima volta e dissi: Oimè, se questo è amor, com’ei travaglia!
La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani.
Una poesia ragionevole è lo stesso che dire una bestia ragionevole.
Gli uomini sarebbero felici se non avessero cercato e non cercassero di esserlo.
Nessuna professione è sì sterile come quella delle lettere.
I beni si disprezzano quando si possiedono sicuramente, e si apprezzano quando sono perduti o si corre pericolo di perderli.
Il semplice rider alto vi dà una decisa superiorità sopra tutti gli astanti o circostanti senza eccezione.
Cosa rarissima nella società, un uomo veramente sopportabile.
Arcano è tutto, fuor che il nostro dolor.
La felicità è impossibile a chi la desidera.
Non ti accorgi Diavolo, che tu sei bella come un Angelo?
L’arte non può mai uguagliare la ricchezza della natura.
La morte non è male: perché libera l’uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perché priva l’uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza.
La solitudine è come una lente d’ingrandimento se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo.
Nessuna qualità umana è più intollerabile che l’intolleranza.
Il meditare una cosa è una continuazione del semplice averne o pigliarne cura.
Sono convinto che anche nell’ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
Intendo per innocente non uno incapace di peccare, ma di peccare senza rimorso.
Quanto più del tempo si tiene a conto, tanto più si dispera d’averne che basti, quanto più se ne gitta, tanto par che n’avanzi.
Due cose belle ha il mondo: amore e morte.
La vecchiezza è male sommo: perché priva l’uomo di tutti i piaceri, lasciandone gli appetiti; e porta seco tutti i dolori.
Nessuna opinione, vera o falsa, ma contraria all’opinione dominante e generale, si è mai stabilita nel mondo istantaneamente e in forza d’una dimostrazione lucida e palpabile, ma a forza di ripetizioni e quindi di assuefazione.
Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia.
Nessun maggior segno di essere poco filosofo e poco savio, che voler savia e filosofica tutta la vita.
Nessuna cosa maggiormente dimostra la grandezza e la potenza dell’umano intelletto, nè l’altezza e nobiltà dell’uomo, che il poter l’uomo conoscere e fortemente sentire la sua piccolezza.
Chi più si ama meno può amare.
Il maligno dice male dé buoni; lo stolto or dé buoni, or dé malvagi; il saggio di nessuno mai.
La noia è la più sterile delle passioni umane. Com’ella è figlia della nullità, così è madre del nulla: giacchè non solo è sterile per se, ma rende tale tutto ciò a cui si mesce o avvicina.
La natura ci destinò per medicina di tutti i mali la morte.
L’uomo è quasi sempre tanto malvagio quanto gli bisogna. Se si conduce dirittamente, si può giudicare che la malvagità non gli è necessaria. Ho visto persone di costumi dolcissimi, innocentissimi, commettere azioni delle più atroci, per fuggire qualche danno grave, non evitabile in altra guisa.
L’abuso e la disubbidienza alla legge non può essere impedita da nessuna legge.
Non si troverà una sola donna della cui bellezza o bruttezza tutti gli uomini convengano.
La conoscenza degli effetti e l’ignoranza delle cause produsse l’astrologia.
Chi non ha uno scopo non prova quasi mai diletto in nessuna operazione.
La noia non è se non di quelli in cui lo spirito è qualche cosa.
La stima non è prezzo di ossequi: oltre che essa, non diversa in ciò dall’amicizia, è come un fiore, che pesto una volta gravemente, o appassito, mai più non ritorna.
Ma non è cosa in terra che ti somigli; e s’anco pari alcuna ti fosse al volto, agli atti, alla favella, sarìa, così conforme, assai men bella.
La pazienza è la più eroica delle virtù, giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico.
La convenienza al suo fine è quello in cui consiste la bellezza di tutte le cose, e fuor della quale nessuna cosa è bella.
Le persone non sono ridicole se non quando non vogliono parere o essere ciò che non sono.
Il più certo modo di celare agli altri i confini del proprio sapere, è di non trapassarli.
I momenti migliori dell’amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia, dove tu piangi e non sai di che.
Un uomo tanto meno o tanto più difficilmente sarà grande, quanto più sarà dominato dalla ragione.
Il più solido piacere di questa vita, è il piacere vano delle illusioni.
La guerra più terribile è quella che deriva dall’egoismo, e dall’odio naturale verso altrui, rivolto non più verso lo straniero, ma verso il concittadino, il compagno.
La somma felicità possibile dell’uomo in questo mondo è quando egli vive quietamente nel suo stato con una speranza riposta e certa di un avvenire migliore, che per essere certa, e lo stato in cui vive è buono, non lo inquieti e non lo turbi con l’impazienza di godere di questo immaginato bellissimo futuro.
È funesto a chi nasce il dì natale.
L’immaginazione è la prima fonte della felicità umana.
Quasi tutte le principali scoperte che servono alla vita civile sono state opere del caso.
un autore a caso