Aforismi e citazioni di Franz Kafka
Citazioni e aforismi di Franz Kafka (1883-1924),
scrittore austro-ungarico, una delle maggiori figure del XX secolo.
Se esiste la trasmigrazione delle anime, non sono ancora arrivato al livello più basso. La mia vita è un’esitazione prima della nascita.
Se i francesi fossero stati come i tedeschi nella loro essenza, allora come non avrebbero potuto i tedeschi ammirarli!
Spesso è più sicuro essere in catene che liberi.
Un credo è come una ghigliottina, altrettanto pesante, altrettanto leggero.
Un idiota è un idiota; due idioti sono due idioti. Diecimila idioti sono un partito politico.
Un’immagine della mia esistenza sarebbe una pertica inutile, incrostata di brina e neve, infilata obliquamente nel terreno, in un campo profondamente sconvolto, al margine di una grande pianura, in una buia notte invernale.
Non disperarti anche per le situazioni che non lo richiedono.
Non esiste altro mondo fuorché il mondo spirituale. Quello che noi chiamiamo mondo sensibili è il Male del mondo spirituale.
Non esistono fiabe non cruente. Tutte le fiabe provengono dalla profondità del sangue e dell’angoscia.
Non è difficile essere stupidi: la storia è piena di esempi incoraggianti.
Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te.
Non sono la pigrizia, la cattiva volontà, la goffaggine che mi fanno fallire o non fallire in tutto: vita familiare, amicizia, matrimonio, professione, letteratura, ma è l’assenza del suolo, dell’aria, della legge. Crearmi queste cose, ecco il mio compito, il compito più originale.
Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
Quando io dico una cosa, essa perde subito e definitivamente la sua importanza; quando la scrivo la perde lo stesso, ma talvolta ne acquista una nuova.
Quando uno dice: Che importa a me la vita? Soltanto per la mia famiglia non voglio morire. Ma la famiglia è precisamente la rappresentante della vita, dunque, egli vuol vivere appunto per la vita.
Quante fatiche per mantenersi in vita! Nessun monumento richiede un tale impiego di forze per essere eretto.
La psicanalisi, come origine delle religioni, non trova altro se non ciò che costituisce le malattie del singolo… e qui si vuol curare?
La solida delimitazione dei corpi umani è spaventosa.
La sofferenza è l’elemento positivo di questo mondo, è anzi l’unico legame fra questo mondo e il positivo.
Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli prima del tempo, otterrai un presente assonnato.
Lascia dormire il futuro come merita. Se lo si sveglia prima del tempo, si ottiene un presente assonnato.
Le cornacchie affermano che una sola cornacchia potrebbe distruggere il cielo. Questo è indubbio, ma non prova nulla contro il cielo, poiché i cieli significano appunto: impossibilità di cornacchie.
Le domande che non si rispondono da sé nel nascere non avranno mai risposta.
Mio nonno era solito dire: "La vita è straordinariamente corta. Ora, nel ricordo, mi si contrae a tal punto che, per esempio, non riesco quasi a comprendere come un giovane possa decidersi ad andare a cavallo sino al prossimo villaggio senza temere (prescindendo da una disgrazia) che perfino lo spazio di tempo, in cui si svolge felicemente e comunemente una vita, possa bastar anche lontanamente a una simile cavalcata. "
Non c’è di peggio del disordine quando si hanno capacità esigue.
Non c’era niente di eroico se anche resisteva, se anche metteva ora in difficoltà i signori, se tentava di gustare l’ultimo barlume della sua vita difendendosi.
In teoria vi è una perfetta possibilità di felicità: credere all’indistruttibile in noi e non aspirare a raggiungerlo.
L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo: problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada.
L’arte vola attorno alla verità, ma con una volontà ben precisa di non bruciarsi. Il suo talento consiste nel trovare nel vuoto oscuro un luogo in cui si possano potentemente intercettare i raggi luminosi.
L’eterna giovinezza è impossibile. Anche se non ci fossero altri impedimenti, l’osservazione di se stessi la renderebbe impossibile.
L’indistruttibile è uno; ogni singolo uomo lo è e al tempo stesso è comune a tutti, da qui il legame fra gli uomini, indissolubile come nessun altro.
La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.
La maggior parte dei vecchi hanno qualcosa di malfido, di menzognero nel loro modo di comportarsi con le persone più giovani di loro.
La mia "paura" è la mia essenza, e probabilmente la parte migliore di me stesso.
La nostra arte è un essere abbagliati dalla verità: vera è la luce sul volto che arretra con una smorfia, nient’altro.
La paura è l’infelicità, ma non perciò il coraggio è la felicità, è invece mancanza di paura, non coraggio, il quale forse richiede più che energia.
È difficile dire la verità, perchè ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole.
È ridicolo come ti sei bardato per questo mondo.
I genitori che si aspettano riconoscenza dai figli sono come quegli usurai che rischiano volentieri il capitale per incassare gli interessi.
I sentieri si costruiscono viaggiando.
Il lavoro intellettuale strappa l’uomo alla comunità umana. Il lavoro materiale, invece, conduce l’uomo verso gli uomini.
Il male conosce il bene, ma il bene non conosce il male.
Il poeta è sempre più piccolo e più debole della media degli uomini. Per questo sente più intensamente, con più forza degli altri la pesantezza della sua presenza nel mondo.
Il primo segnale dell’inizio della comprensione si manifesta con il desiderio di morire.
Il punto di vista dell’arte e quello della vita sono anche nell’artista punti di vista diversi.
Il tempo che ti è assegnato è così breve che se perdi un secondo hai già perduto tutta la vita, perché non dura di più, dura solo quanto il tempo che perdi. Se dunque hai imboccato una via, prosegui per quella, in qualunque circostanza, non puoi che guadagnare, non corri alcun pericolo, alla fine forse precipiterai, ma se ti fossi voltato indietro fin dopo i primi passi e fossi sceso giù per la scala, saresti precipitato fin da principio, e non forse, ma certissimamente.
C’è molta speranza, ma nessuna per noi.
C’è una meta, ma non una via; ciò che chiamiamo via è un indugiare.
Come un sentiero d’autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche.
Confessione e bugia sono la stessa cosa. Per poter confessare, si mente. Ciò che si è non lo si può esprimere, appunto perché lo si è; non si può comunicare se non ciò che non siamo, la menzogna.
Credere al progresso non significa credere che un progresso ci sia già stato.
Da un certo punto in avanti non c’è più modo di tornare indietro. È quello il punto al quale si deve arrivare.
Di tutto esiste un surrogato misero, artificiale: degli antenati, delle nozze e dei discendenti. Lo si crea nelle convulsioni e, quando non si perisce per queste, si perisce per la desolazione del surrogato.
Di una cosa sono convinto: un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Dire una cosa è troppo poco, le cose bisogna viverle.
Due compiti per iniziare la vita: restringere il tuo cerchio sempre più e controllare continuamente se tu stesso non ti trovi nascosto da qualche parte al di fuori del tuo cerchio.