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Aforismi e citazioni di Eugenio Montale

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Aforismi e citazioni di Eugenio Montale

 

L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione "sine qua non" di piccole e intermittenti felicità.

Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrej Sakharov e Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.

Il tempo degli eventi è diverso dal nostro.

L’uomo dell’avvenire dovrà nascere fornito di un cervello e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi, esseri ancora tradizionali, copernicani, classici.

Il genio purtroppo non parla per bocca sua. Il genio lascia qualche traccia di zampetta come la lepre sulla neve.

Nei tempi più gloriosi dell’arte, gli artisti si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un’imitazione mal riuscita.

L’uomo è come il vino: non tutti i vini invecchiando migliorano; alcuni inacidiscono.

L’uomo d’oggi ha ereditato un sistema nervoso che non sopporta le attuali condizioni di vita. In attesa che si formi l’uomo di domani, l’uomo d’oggi reagisce alle mutate condizioni non opponendosi agli urti bensì facendo massa, massificandosi.

Voi, mie parole, tradite invano il morso secreto, il vento nel cuore soffia. La più vera ragione è di chi tace.

Ma in attendere è gioia più compita.

Ho imparato una verità che pochi conoscono: che l’arte elargisce le sue consolazioni soprattutto agli artisti falliti.

Il rapporto tra l’alfabetismo e l’analfabetismo è costante, ma al giorno d’oggi gli analfabeti sanno leggere.

Sogno che un giorno nessuno farà più gol in tutto il mondo.

Noi siamo con chiunque scelga l’arma della non violenza: si chiami in terra lontana, Andrej Sakharov, o più vicino a noi, Marco Pannella.

Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.

Bisogna andare in Oriente, vera sede delle religioni, per capire cos’è la religione. E, dopo tutto, il cattolicesimo è una religione orientale, che si è diffusa dovunque, ma che forse solo lo spirito di quei paesi può assimilare e accettare totalmente.

Felicità raggiunta, si cammina te su fil di lama. Occhi sei barlume che vacilla, piede, teso ghiaccio che s’incrina; dunque non ti tocchi chi più t’ama.

Molti affetti sono abitudini o doveri che non troviamo il coraggio di interrompere.

La morte odora di resurrezione.

Ho letto tempo fa che un uomo ha scelto a Mosca lo sciopero della fame. Si chiama Andrej Sackharov ed è un fisico famoso. Mi sembra importante che un uomo di scienza prenda l’arma di protesta che fu di Gandhi.

 

un autore a caso

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