Aforismi e citazioni di Arthur Schopenhauer
Citazioni e aforismi di Arthur Schopenhauer (1788-1860),
filosofo e aforista tedesco.
Il suicidio, lungi dall’essere negazione della volontà è un atto di forte affermazione della volontà stessa e ne deriva che la distruzione di un fenomeno isolato è azione in tutto vana e stolta.
Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
Immaginiamo che qualcuno, per esperienza propria o perché glielo fanno notare gli altri, riconosca un grave difetto del proprio carattere e se ne rammarichi, proponendosi con fermezza e sincerità di migliorarsi e di liberarsene: ciò nonostante, alla prima occasione, quel difetto avrà di nuovo libero corso. Nuovo pentimento, nuovo proposito, nuova ricaduta.
Imperocché tu ben sai che le religioni sono come le lucciole: per risplendere esse hanno bisogno dell’oscurità. Un certo grado di ignoranza generale è la condizione di tutte le religioni, è il solo elemento nel quale esse possono vivere.
In fondo al cuore le donne pensano che compito dell’uomo è guadagnare soldi, e compito loro spenderli.
In genere è meglio palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è la saggezza, la seconda vanità.
In nessuna cosa si deve tanto distinguere fra il nocciolo e il guscio quanto nel cristianesimo. Appunto perché io desidero il nocciolo, ne spezzo talvolta il guscio.
In ogni arte la semplicità è essenziale.
In questo gli uomini sono proprio come i bambini: diventano maleducati se li si vizia; dunque non si deve essere con nessuno troppo accomodanti e affettuosi.
L’intolleranza è unicamente essenziale al monoteismo: un dio unico è, per la sua natura, un dio geloso, che non soffre l’esistenza di alcun altro dio.
L’intelligenza è invisibile per l’uomo che non ne possiede.
L’invidia è naturale all’uomo: tuttavia è un vizio e una disgrazia allo stesso tempo.
L’onore è la coscienza esterna e la coscienza l’onore interno.
L’ottusità dello spirito va sempre unita all’ottusità del sentimento e alla mancanza di sensibilità.
L’uomo è in fondo un animale selvaggio e feroce. Noi lo conosciamo solo in quello stato di ammansamento e di domesticità che è detto civiltà: perciò ci spaventano le rare esplosioni della sua vera natura. Ma fate che vengano tolte le catene dell’ordine legale e nell’anarchia l’uomo si mostrerà quale esso è.
L’uomo sposato porta sulle spalle tutto il peso della vita, quello non sposato solo la metà: chi si dedica alle muse deve far parte dell’ultima classe. Perciò si troverà che quasi tutti i veri filosofi sono rimasti scapoli, come Descartes, Leibniz, Malebrance, Spinoza, e Kant.
La barba, essendo quasi una maschera, dovrebbe essere proibita dalla polizia. Inoltre, come distintivo del sesso in mezzo al viso, è oscena e per questo piace alle donne.
La bellezza è una lettera aperta di raccomandazione che conquista subito i cuori.
La bellezza dei ragazzi sta a quella delle ragazze come la pittura a olio sta a quella a pastello.
La gloria la si deve acquistare, l’onore invece basta non perderlo.
La lontananza e la lunga assenza vanno a scapito di ogni amicizia.
La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all’occhio, li ingrandisce al pensiero.
La massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria.
La malvagità, si dice, la si sconta nell’altro mondo; ma la stupidità in questo.
La mia filosofia non è per nulla adatta a che si possa vivere di lei. Essa è priva dei requisiti primi, essenziali per una ben retribuita cattedra di filosofia.
La mia metafisica dell’amore sessuale è una perla.
La mia vita è una vita intellettuale, il cui imperturbato procedere e l’indisturbata operosità devono dare frutto nei pochi anni della piena forza mentale e del suo libero impiego per arricchire secoli dell’umanità. La mia vita personale è soltanto la base di questa vita intellettuale, la conditio sine qua non ? un elemento del tutto subordinato.
La miseria e le preoccupazioni generano il dolore, la sicurezza, invece, e l’abbondanza la noia.
La mia vita è eroica, e non si può valutare con un metro da filisteo o con il cubino del bottegaio, né con una misura proporzionata alla gente comune, che non vive altra esistenza se non quella individuale, limitata a un breve lasso di tempo. Per questo non devo turbarmi se penso a quanto mi manchi ciò che fa parte della regolare vita dell’individuo: ufficio, casa, vita sociale, moglie e prole. L’esistenza degli esseri comuni si risolve in questo.
La salute sta tanto al di sopra di tutti i beni esteriori, che in verità un mendico sano è più felice di un re malato.
La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.
La solitudine è fonte di felicità e di tranquillità dell’animo.
La sorte più felice tocca a colui che passa la vita senza eccessivi dolori sia spirituali sia fisici, non già a colui che ha avuto in sorte le gioie più vive o i maggiori godimenti.
La solitudine è il destino di tutte le grandi menti: un destino a volte deplorato, ma sempre scelto come il minore di due mali.
La soddisfazione dell’istinto sessuale è in sé assolutamente riprovevole, in quanto è la più forte affermazione della vita. Ciò vale sia nel matrimonio che al di fuori di esso. Ma il secondo caso è doppiamente riprovevole, in quanto è al tempo stesso negazione dell’altrui volontà: alla ragazza infatti ne deriverà direttamente o indirettamente sventura; e l’uomo dunque soddisfa la sua voglia a spese della felicità di altri.
La speranza e la paura ci fanno vedere come verosimile e prossimo rispettivamente ciò che desideriamo e ciò che temiamo, ma entrambe ingrandiscono il loro oggetto.
La storia è la continuazione della zoologia.
La verità e l’originalità troverebbero più facilmente posto nel mondo, se coloro che non sono in grado di produrle non cospirassero di comune accordo per non farle venire alla luce.
La verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene contrastata, viene accettata come ovvia.
un autore a caso