Aforismi e citazioni di Antonio Gramsci
Aforismi e citazioni di Antonio Gramsci
L’operaio sente una sua precisa direttiva di azione e di pensiero, ed è filosofo senza saperlo, come il borghese gentiluomo era prosatore.
I traduttori sono pagati male e traducono peggio.
Sono un pessimista a causa dell’intelligenza, ma un ottimista per diritto.
La tendenza a diminuire l’avversario è di per se stessa un documento dell’inferiorità di chi ne è posseduto; si tende infatti a diminuire rabbiosamente l’avversario per poter credere di esserne decisamente vittoriosi. In questa tendenza è perciò insito oscuramente un giudizio sulla propria incapacità e debolezza.
Chi ha fede, chi solo nella realtà attinge l’energia necessaria per combattere le lotte sociali deve rimanere sul terreno della violenza e non subirà umiliazioni
Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza.
La verità è sempre rivoluzionaria.
Spesso chi vuole consolare, essere affettuoso è in realtà il più feroce dei tormentatori. Anche nell’affetto bisogna essere soprattutto intelligenti.
Ogni movimento rivoluzionario è romantico per definizione.
Bisogna opporre al pessimismo dell’intelligenza l’ottimismo della volontà.
L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.
Dato che dobbiamo costruire il Paese, costruiamo repertori, enciclopedie, dizionari.
Il tempo è la cosa più importante: esso è un semplice pseudonimo della vita stessa.
È compito educativo e formativo dello Stato, che ha sempre il fine di creare nuovi e più alti tipi di civiltà, di adeguare la civiltà e la moralità delle più vaste masse popolari alle necessità del continuo sviluppo dell’apparato economico di produzione, quindi di elaborare anche fisicamente dei tipi nuovi di umanità. Ma come ogni singolo individuo riuscirà a incorporarsi nell’uomo collettivo e come avverrà la pressione educativa sui singoli ottenendone il consenso e la collaborazione, facendo diventare libertà la necessità e la coercizione?
La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione enlla vita, i propri diritti, i propri doveri.
un autore a caso